Intervista a Stefano Fantoni, Engine Director

La potenza è una regola

Le prestazioni sono una questione fondamentale sia per le Ducati che per i Ducatisti. È l'elemento che definisce il carattere e il potenziale della moto. È la forza motrice che da sempre orienta la Ducati verso il suo ben noto profilo supersportivo.

Subito dopo l'avvio del progetto V4 Granturismo, gli ingegneri Ducati hanno pensato che solo attribuendo nuovi significati alla parola potenza questo V4 sarebbe diventato il motore ideale per il mondo travel enduro.

Ne abbiamo parlato con Stefano Fantoni, Ducati Engine Director

Curve di coppia e di potenza orientate allo scopo di privilegiare l'erogazione e la fruibilità in tutte le condizioni di guida, pur conservando l'identità sportiva ed emozionante di Ducati: per tale motivo il progetto del motore è iniziato con la scelta tecnica del layout del V4:

“Sin dall’inizio volevamo che fosse un quattro cilindri, ma sapevamo che ne sarebbe uscito un V4 che - sebbene mutuasse molte caratteristiche dal Desmosedici Stradale – avrebbe avuto un profilo completamente nuovo in termini prestazionali.

La volontà era quella di avere un motore frazionato soprattutto per ottenere il massimo in termini di fluidità e regolarità della coppia motrice a tutti i regimi.”

Il risultato? 170 CV di potenza massima, un valore estremamente elevato per un motore da travel enduro, e una cifra ancora più impressionante una volta provata la sensazione di erogazione della potenza: completamente ridefinita per essere fluida, morbida e progressiva, ma vigorosa ed emozionante nel momento del bisogno. Tra le tante innovazioni che hanno portato a vincere questa sfida progettuale c'è la transizione dal sistema desmodromico alla distribuzione a molle.

“L’impiego del desmo è centrale per noi, soprattutto nelle supersportive nelle quali si gira a regimi molto alti, e dove per ottenere le massime prestazioni dal motore è necessario alzare molto le valvole imprimendo forti accelerazioni al sistema.

Con le molle potevamo disegnare un sistema più leggero. Inoltre è stato possibile raggiungere un livello di manutenzione che presenta intervalli molto più lunghi ed è anche meno onerosa, in termini di manodopera, e quindi di costi, e di tempi di fermo moto per il cliente“.

Abbastanza da renderli non solo più lunghi, ma anche i più lunghi del settore. Il lavoro meticoloso nella fase di progettazione e sviluppo, unito a lunghi e severi test, è culminato con l'incredibile risultato di 60.000 km per l'intervallo di manutenzione principale, quello che comprende il controllo del gioco delle valvole, e 15.000 km oppure 2 anni per il tagliando olio.

“Per provare l’affidabilità della distribuzione del V4 Granturismo abbiamo stressato il sistema a tutti i regimi motore, per centinaia di ore ininterrottamente, accumulando milioni di cicli su molle, valvole e bilancieri. Parallelamente abbiamo controllato il comportamento dinamico della distribuzione misurando con i vibrometri laser Doppler le leggi di alzata attuate per assicurarci che non ci fossero risonanze del sistema in tutto il campo di utilizzo del motore. Mentre i motori accumulavano ore di durata nei nostri banchi prova abbiamo fatto viaggiare i nostri collaudatori per mesi sulle strade d’Italia, per percorrere più di 120.000 km raddoppiando lo standard di delibera.”

Con il progetto V4 Granturismo, Ducati ha scelto di mettere alla prova le proprie potenzialità tecniche e il proprio know-how per affrontare la sfida dell'innovazione e guardare al futuro dei motori polivalenti, versatili e robusti. Senza alcun allontanamento, però, da uno degli elementi più importanti dell'esperienza di guida Ducati: il suono.

"Un elemento chiave del lavoro di rifinitura è stato il suono. Lo volevamo conforme alle normative e pienamente soddisfacente per il comfort di pilota e passeggero, ma lo volevamo anche profondamente Ducati. Per questo abbiamo adottato l'ordine di accensione Twin Pulse: la disposizione a 90° delle bancate, unita alla disposizione dei perni di biella sfalsati di 70°, genera una sequenza di scoppi ravvicinati molto simile a quella del bicilindrico. Il successivo lavoro di sound quality svolto sui componenti motore ha permesso di ottenere un suono emozionante e dalla timbrica Ducati. Le emissioni sonore di natura meccaniche che insistono sulle alte frequenze sono state ridotte per dare maggior spazio ai suoni bassi, che migliorano il comfort del pilota e del passeggero anche sulle lunghe percorrenze. Siamo riusciti a costruire proprio il mix che volevamo di prestazioni, regolarità e sound Ducati, in perfetta sintonia col family feeling.”

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