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Design inconfondibile e passione per le corse sono alcuni dei valori per cui Ducati è famosa in tutto il mondo. Ma prima di tutto, Ducati è conosciuta e riconosciuta per essere un’azienda motoristica innovativa e orientata alle prestazioni.
Da sempre Ducati ha prestato grande attenzione all'affidabilità, alla robustezza e alla durata dei suoi motori. Tutti questi temi hanno guidato il progetto V4 Granturismo nella sua concezione e realizzazione, così come la volontà di massimizzare la fluidità e la regolarità del motore.
Ne abbiamo parlato con Vincenzo De Silvio, Direttore Ricerca e Sviluppo Ducati.
Dalle grandi sfide del passato alle esperienze più recenti, Ducati ha sempre approcciato il mondo travel-enduro con la stessa dedizione alle prestazioni che la contraddistingue nella creazione delle sue supersportive. In questa occasione, però, gli obiettivi erano diversi da quelli che solitamente guidano la progettazione di un motore dedicato alle corse.
“Venivamo dal progetto Desmosedici Stradale, un motore pensato e sviluppato per le prestazioni estreme dei modelli più sportivi. La nuova sfida era far confluire questa esperienza in un motore che esaltasse la coppia ai bassi e medi regimi e la regolarità di funzionamento alle basse andature. Così, alla prima riunione tra progettisti e ingegneri è apparso subito chiaro quale fosse la nostra destinazione: un V4 profondamente rivisto, dotato di un nuovo carattere, costruito a misura della mission del veicolo. Un motore performante ma adatto alle lunghe percorrenze. Robusto, fluido, versatile e, naturalmente, estremamente Ducati.”
L'adozione dei 4 cilindri ha garantito quelle caratteristiche di fluidità e scorrevolezza che un tale layout poteva fornire "naturalmente". Ciò ha portato ad un maggiore impegno per l'aspetto innovativo che il design di tutti i componenti poteva portare. Il V4 Granturismo raggiunge infatti nuovi punti di riferimento in termini di design e prestazioni, per dare alle nostre moto un cuore ancora più solido, regolare, fluido e performante.
“Il risultato finale è un propulsore da 1.158 cc con 170 CV di potenza. Basterebbero questi due dati, molto elevati in termini assoluti e ai vertici per questo segmento, per dare l’idea del lavoro compiuto su questo progetto. Ma questi numeri, per quanti importanti possano essere, anche per i nostri appassionati, raccontano solo una parte della storia".
In termini di processo il V4 Granturismo non è diverso dai suoi predecessori: è il risultato di un meticoloso ed inesorabile sforzo ingegneristico, eseguito partendo dal layout generale fino all'assemblaggio finale, passando per la scelta dei materiali attraverso i numerosi test effettuati durante la fase di studio.
Ma sono molte le cose che fanno di questo motore un vero e proprio pezzo unico nella storia della Ducati. La più rilevante è la scelta del sistema di distribuzione, che per la prima volta adotta le molle al posto del sistema desmodromico.
“In questo caso volevamo costruire il motore con il più ampio intervallo di manutenzione, e la distribuzione a molla era la migliore risposta tecnica a questa esigenza”.
La storia della Ducati è profondamente legata al sistema desmo così come è stato sviluppato e perfezionato dall'ingegnere Fabio Taglioni. Il suo straordinario contributo ha permesso a Ducati di ottenere grandi risultati in termini di prestazioni e di competitività, aumentando al tempo stesso le competenze e il know-how tecnico dell'azienda nel campo dei motori. Un bagaglio di competenze essenziale per poterci misurare in questa nuova sfida:
“Durante lo sviluppo del V4 Granturismo ci siamo accorti che le soluzioni messe a punto in tanti anni di applicazioni Desmo nella scelta dei materiali e delle tolleranze costruttive, se applicate alla distribuzione a molle funzionavano alla perfezione, fino a permetterci di arrivare a un risultato mai raggiunto da nessun altro prima di noi”.
Cioè fino a 60.000 km per il primo intervallo di controllo gioco valvole. Un record per il segmento, una distanza pari a una volta e mezzo la circonferenza terrestre.
“Un dato che che racconta l’incredibile solidità e robustezza del V4 Granturismo e che ridefinisce gli standard di un segmento che, ad oggi, registra un valore medio per l’intervallo relativo al main service di 25.000 km, meno della metà. Questo per i nostri clienti significa soprattutto una cosa: abbattere le operazioni di manutenzione, sia in termini di costi che di frequenza.”
Questo significa più libertà nei viaggi a lunga distanza, e meno attese causate dalla moto in manutenzione, dato che il tagliando olio è previsto anch’esso a intervalli molto lunghi, 15.000 km oppure due anni. Un'affidabilità così estrema va di pari passo con la versatilità del V4 Granturismo, che consente una possibilità di utilizzo mai così ampia e migliora l'adattabilità alle esigenze del pilota.
“Il lavoro di testing non è rimasto limitato alle prove di validazione a banco. Proprio per l’importanza della componente di sensazioni che volevamo consegnare, ha avuto un’estrema importanza anche il lavoro lungo e minuzioso compiuto dai nostri tester. Alessandro [Valia] e Andrea [Rossi] hanno esplorato in qualsiasi condizione. Il loro contributo al progetto è stato fondamentale sotto tutti gli aspetti, dall’agilità e dalla maneggevolezza della moto nel suo insieme, rese possibili dal nuovo layout estremamente compatto del motore, all’effettiva fluidità di marcia e alle prestazioni ai diversi regimi. Fino al comfort e al piacere di guida in diverse condizioni e impieghi di utilizzo, assicurato da soluzioni come l’albero motore controrotante e il sistema di disattivazione dei cilindri verticali al minimo.”